"I'll also show you a sweet dream next night."

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Il suono del mio 2016

Un altro anno sta volgendo al termine.

Devo dire che, per la sottoscritta, il 2016 è stato un anno ricco di avvenimenti e di emozioni, discretamente strano e che, in tutta onestà, ha lasciato in me una discreta sensazione di pesantezza. Ma, in un modo o nell’altro, pare che io stia lentamente uscendo dalla sinistra influenza di quest’annata e già, ai miei occhi, si prospetta un 2017 di gran lunga più tranquillo e piacevole. Pregate per me affinché, per una volta, non mi sia portata sfortuna da sola con questa affermazione!

Come  è già accaduto in passato (ovvero nel 2014 e nel 2013) oggi sono qui per condividere quelli che per me sono stati i “must” dell’anno e, dato che non sono riuscita a dedicarmi come avrei voluto a film, serie, cartoni e quant’altro, la mia lista sarà interamente volta a illuminarvi sui brani musicali che i miei dispositivi più hanno riprodotto.

Eccovi, quindi, la lista delle mie canzoni del 2016!

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Questa è anche l’espressione che ho avuto per tutto il 2016!

Inizierei dicendo che gran parte del mio anno è stata poco esplorativa a livello musicale e, dato il mio mood, ho messo in un infinito loop l’album That’s The Spirit dei Bring Me The Horizon (credo di avervi accennato qualcosa in passato) e non ho fatto che riascoltarmi le stesse canzoni per mesi, incapace di scostarmi, più di tanto, da questo genere. In questo album è anche contenuta quella che, più di altre, è stata la canzone del mio anno e che, forse, potrei considerare la canzone della mia vita. Ma non è questo il momento di parlarne… e non so se sarò mai in grado di condividere appieno, con voi, il significato che quel pezzo ha per me.

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Passerei, quindi, all’altro genere predominante del mio 2016, che, per assurdo, non ha nulla a che vedere con il precedente gruppo! Siccome sono una persona molto strana, infatti, al precedente periodo nero è seguita una fase molto più colorita e dai toni frizzanti. E’ iniziato quindi il periodo K-pop, in cui mi sono dedicata prevalentemente a due pezzi delle 4minute (Hate e Crazy) e alle BlackPink, che sono state in grado di intrigarmi con tutti e quattro i singoli da loro pubblicati (tutti, per altro, in quest’anno). Condivido con voi, nello specifico, Playing With Fire, perché è forse quella che ho ascoltato di più e di cui ho apprezzato tantissimo anche il video.

Rimanendo su pezzi provenienti dall’oriente, quest’anno, oltre a rispolverare la vecchia Gloria di Yui, sono andata in fissa per una canzone degli Stereopony, che si intitola Hitohira no Hanabira. Vi posto anche questa.

Ho anche recuperato alcuni brani tratti da anime. Il più significativo, per quest’anno, è senza dubbio Shinjitsu no Uta dei Do As Infinity, una delle sigle di chiusura di Inuyasha. Ve la consiglio tantissimo perchè la trovo meravigliosa e ogni volta che l’ascolto mi toglie il fiato.

Citando poi brani sicuramente più conosciuti, ho ascoltato anche diverse canzoni commerciali. Dalla stra-mandatissima Sofia di Alvaro Soler, passando poi, nei momenti di tristezza, per Faded di Alan Walker e concludendo, in quest’ultimo mese, con In The Name of Love di Martin Garrix ft. Bebe Rexha. Ricordo anche El Taxi (Osmani Garcia ft. Pitbull), che è stata la colonna sonora che ha accompagnato la mia fantastica ConfraNERDita durante il Lucca Comics (di cui vi ho parlato qui).

L’ultima canzone pop che vi menziono è sicuramente meno conosciuta, ma l’ho ascoltata tantissimo, fino ad arrivare quasi al punto di non poterla più tollerare. Eh già, ho dei problemi grossi. Sto parlando di Flashlight, nella versione Sweet Life Remix, che rientra nella colonna sonora di Pitch Perfect 2.

Molto spesso, quando il mio umore era variabile e incerto, ho ascoltato Guilt di Nero, un brano dalle note elettroniche ma dal sound a tratti molto cupo.

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Si… sempre con questa faccia!

Veniamo quindi ai pezzi più alternativi. Quest’anno sono andata in fissa per due canzoni degli Halestorm (Love Bites, So Do I e I Miss The Misery) e, in questi ultimi giorni, sto ascoltando moltissimo Warriors degli Imagine Dragons. Volevo inoltre segnalarvi Hello di Leo Moracchioli, cover dell’omonima canzone di  Adele.

Non posso ovviamente dimenticarmi dei due pezzi degli About Wayne, tratti dall’album Bagarre, che mi hanno stregato: Riverside e In The Reign of Flies (che ho amato alla follia).

Nell’ultimo periodo mi hanno fatto sentire una fantastica canzone dei Sonata Arctica (gruppo power metal) di cui mi sono innamorata. Sto parlando di My Selene.

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Come base musicale durante i periodi di studio ho spesso usato un brano tratto dalla colonna sonora de Lo Hobbit: The Misty Mountains Cold. Penso che i fan del mondo de Il Signore Degli Anelli e affini sappiano molto bene di cosa sto parlando…

Vorrei poi parlarvi di un gruppo metal italiano che… fa canzoni un po’ fuori dalle righe e pazzerelle. Sono i Nanowar of Steel e tra le loro canzoni quest’anno sono andata in fissa con Giorgio Mastrota – The Keeper of Inox Steel. Non chiedetemi come mai questo pezzo mi sia entrato così tanto nella testa… ma veramente non posso farne più a meno!

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Lo stesso album contiene la meravigliosa To Kill The Dragon You Need A Sword! XD

Sempre per saltare da un genere all’opposto, chiudo con una cover che, se frequentate il pazzo mondo del rosso tubo, sicuramente avrete incrociato. Sto parlando di Hallelujah dei Pentatonix, un pezzo decisamente famoso e utilizzatissimo, ma che in questa versione a cappella sa affascinare ancor più che l’originale. Ve lo posto perché è, a mio parere, un pezzo musicale imperdibile di quest’anno.

Questo è quanto. Per l’ennesima volta vi  ho dimostrato quanto strani siano i miei gusti e quanto spazi tra generi totalmente diversi gli uni dagli altri.
Spero comunque che questa lista sia stata di vostro gradimento, che abbiate riconosciuto qualche titolo o che possa essere stata per voi di ispirazione.

Se avete voglia di condividere con me i brani musicali del vostro  2016 sarò lieta di ascoltarli, così come prenderò nota di eventuali titoli cinematografici o anime vorrete consigliare.

Vi auguro di passare una magica nottata e che il 2017 inizi, fin da subito, al meglio.

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Ci vediamo ad anno nuovo,

Iya&Ceres


Don’t Let Me Drown

Tratto dall’ultimo cd dei Bring Me The HorizonThat’s the Spirit, uscito a settembre 2015 – c’è un pezzo che non riesco a togliermi dalla testa e che, tra musica, testo e video, mi ha ammaliata e mi mette una voglia di cantare… o, meglio, di urlare a squarciagola, come solo questo gruppo sa farmi fare!

Perchè, come vi dissi già in passato, quando vi parlai di un altro loro pezzo, Sleepwalking, la voce del cantante, Oliver Sykes, riesce a raggiungerti l’anima e a farla vibrare, a risvegliarla. E questa canzone, come altre prima di lei, fa venir voglia di correre e di dar voce a tutto ciò che hai dentro, di rilasciare ogni demone che ti tormenta e cerchi nascondi, ogni giorno, negli angoli più profondi della tua persona.

Nel caso specifico della canzone che vi sto presentando, Drown, ho ritrovato qualcosa in cui mi rispecchio particolarmente, e forse anche per questo mi è piaciuta da subito.
Volendo riassumere il testo con una frase, non potrei che scegliere “Don’t Let Me Drown” come rappresentate di questo pezzo, ma fate attenzione, che non stiamo parlando di una banale richiesta di aiuto per superare una comune difficoltà.

In certi momenti della vita si prendono batoste. Grandi, sonore bastonate. Veniamo feriti da qualcosa o finiamo a terra ed è difficile ricominciare, tornare alla normalità. Però non è detto che ci serva una mano per rialzarci: apparentemente siamo in grado di farlo da soli. Ma ciò che sembra passato in realtà non scompare e continua a consumarci, poco per volta. Ed è in quel momento che affondiamo… e la colpa non è che nostra, perchè continuiamo a vedere ciò che potevamo evitare, gli errori che potevamo non fare, le parole che avremmo potuto dire, le umiliazioni che ci saremmo potuti risparmiare. Oppure siamo fragili, troppo stanchi, sfiniti da tutto, e ci lasciamo sprofondare, che di forza di andare avanti e di continuare a lottare non ne abbiamo. In questi momenti, in ognuno di questi momenti, sprofondiamo davvero, nel buio che è dentro di noi… nel nero e immenso mare che è dentro di noi.

Da quell’acqua tetra e oscura dobbiamo essere salvati. Da noi stessi, dobbiamo essere salvati. Noi che ci feriamo più di quanto dovremmo, che continuiamo a farci male anche quando tutto, ormai, è finito. Ed è questo che io ho trovato in questa canzone, è questo che sento vibrare nelle corde di Sykes, fino ad arrivare alla mia persona, a quel lato fragile del mio essere. Questa richiesta di aiuto, intima, che può essere condivisa solo con qualcuno di vicino, con qualcuno che veramente può prendere il bambino spaventato in noi, quello perso nel buio, per mano e portarlo a casa… o riportarlo a galla.

O magari sono sempre io quella “rotta“, sia per il mio farmi paranoie, per il mio sentire il peso continuo di ogni parola, il peso di ogni gesto, sia perchè vedo sempre grandi significati in tutto, anche in poche semplici parole di una canzone.

Intanto vi posto sia il video che il testo di Drown, e quanti di voi avranno voglia di cimentarsi nell’ascolto potranno dirmi se o di quanto mi sbaglio.

Drown

What doesn’t kill you makes you wish you were dead.
Got a hole in my soul, growing deeper and deeper.
And I can’t take one more moment of this silence.
The loneliness is haunting me.
And the weight of the world’s getting harder to hold up.

It comes in waves, I close my eyes.
Hold my breath and let it bury me.
I’m not okay, and it’s not alright.
Won’t you drag the lake and bring me home again?

Who will fix me now? Dive in when I’m down?
Save me from myself, don’t let me drown.
Who will make me fight? Drag me out alive?
Save me from myself, don’t let me drown.

What doesn’t destroy you, leaves you broken instead.
Got a hole in my soul growing deeper and deeper.
And I can’t take one more moment of this silence.
The loneliness is haunting me.
And the weight of the world’s getting harder to hold up.

It comes in waves, I close my eyes.
Hold my breath and let it bury me.
I’m not okay, and it’s not alright
Won’t you drag the lake and bring me home again?

Who will fix me now? Dive in when I’m down?
Save me from myself, don’t let me drown.
Who will make me fight? Drag me out alive?
Save me from myself, don’t let me drown.

‘Cause you know that I can’t do this on my own.
‘Cause you know that I can’t do this on my own.
‘Cause you know that I can’t do this on my own.
(‘Cause you know that I can’t do this on my own.)

Who will fix me now?
Who will fix me now?
Who will fix me now? Dive in when I’m down?
Save me from myself, don’t let me drown.

Se conoscete questa canzone o vi siete mai sentiti così, non esitate a farmi sapere cosa ne pensate o a condividere con me qualche sentimento affinemagari parlarne potrebbe anche alleggerire, se pur di poco, quel peso che vi tira a fondo.

A presto,

Iya&Ceres


What 2014 Gave Me

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E’ passato un altro lungo anno, anche questo pieno di soddisfazioni, momenti neri, nuovi ricordi e lezioni di vita. Il 2014 mi ha dato sicuramente tanto sotto diversi aspetti e prima che anche quest’ultimo giorno si spenga voglio condividere qualcosina con voi.

Top Musica

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Come al solito non posso ignorare tutta la musica che mi ha accompagnato durante le più disparate fasi di quest’anno. Certo, se dovessi elencare tutte le canzoni che il mio fantastico mp4 ha sparato nell’intero arco degli scorsi 364 giorni non finirei più… e dato che ho quest’anno ho saltellato random tra i generi più diversi senza soffermarmi sui singoli album o artisti, ecco che vi stilo la lista delle canzoni che più hanno lasciato il segno:

  1. Clean Bandit – Rather Be
    Credo che sia uno dei pochi pezzi che avrete sentito tutti di sicuro, poichè le radio non si sono trattenute dal mandarla 24 ore su 24 per un lunghissimo periodo. Nonostante sia molto commerciale, il ritmo coinvolgente di questo pezzo l’ha resa una di quelle canzoni che difficilmente ti stanchi di sentire.
  2. Blue Suede – Hooked On a Feeling
    Vi ho già nominato questa canzone nel post dei Guardiani della Galassia, essendo uno dei pezzi principali della colonna sonora del film, e vi riconfermo che l’ho trovata una delle musiche più belle di quest’anno.
  3. The Pretty Reckless – Make Me Wanna Die
    Cambiando totalmente genere, quest’anno ho scoperto con piacere diverse canzoni di questo gruppo e spero di poter approfondire, con il nuovo anno, l’ascolto dei suoi cd. Intanto vi cito Make Me Wanna Die, che è stato forse uno dei primi pezzo su cui mi sono totalmente chiusa.
  4. Guano Apes – Open Your Eyes
    Rimanendo sui suoni un po’ aggressivi e, in questo specifico caso, decisamente graffianti, cito quest’assurda e grintosa canzone dei Guano Apes, pezzo di qualche anno fa che spacca veramente e mette in corpo una carica non indifferente.
  5. Fedez (ft. Francesca Michielin) – Cigno Nero
    Chi segue questo blog da un po’ sà che non sono una grande amante della musica italiana, soprattutto degli artisti più giovani. Tuttavia, questo pezzo l’ho amato e cantanto e ricantato, da sola e con le mie coinquiline, per cui tanto di cappello per questa canzone di Fedez, la cui parte rap è gradevolmente spezzata dalla dolce voce di Francesca Michielin.
  6. Lana Del Rey – Summertime Sadness
    Devo dirlo, ho passato un’estate un po’ strana e dai toni spenti e la mia colonna sonora di luglio-agosto era permeata di voci particolari e malinconiche come quella di Lana Del Rey. Tra i pezzi che più ho ascoltato, data anche la stagione e la mia situazione, spicca ovviamente Summertime Sadness (prevalentemente in versione originale, ma qualche volta, per spezzare, anche nella versione remixata di Cedric Gervais).
  7. Within Temptation – Covered by Roses
    Nel nuovo album pubblicato da questa fantastica band, una delle mie preferite, ho ritrovato diversi brani interessanti, di cui forse vi parlerò, prima o poi. Intanto però posso dirvi che poche mi hanno affascinata e ipnotizzata come Covered by Roses.
  8. Imelda May – Tainted Love
    In questo ultimissimo periodo ho passato diverso tempo a sentire questa canzone… principalmente perchè dovevo farlo. Però me ne sono innamorata e il suo ritmo stile Summer Jamboree è decisamente invitante e fa venir voglia di muoversi.

Oltre a questi pezzi bene o male più “normali”, ho ovviamente da proporvi anche delle canzoni tratte da anime: Micrófono-Destacado

  1. Supercell – My Dearest (tv size)
    Prima sigla di apertura di Guilty Crown, questa canzone mi è davvero rimasta in testa e spero di arrivare un giorno ad avere la voce per cantarla, perchè davvero DEVO farlo. Assolutamente.
  2. Tom Cat – Tough Boy
    Sigla di Hokuto No Ken (Ken il Guerriero), l’ho scoperta grazie ad amici di amici, perchè non ho mai avuto modo di vedere il cartone, ma mi mette una gran carica e per un lunghissimo periodo è stata la canzone che per prima ascoltavo al mattino, proprio per iniziare la giornata con il pieno di energie.
  3. Yuki – Fugainaiya
    Canzone che fa da sigla alla seconda serie di un anime che… non ve lo dico, perchè dovevo farne la recenzione e per via della mia lunga malattia (di cui vi ho parlato nel post Lazzaretto) non sono ancora riuscita nell’intento. Ma arriverà anche il suo momento, giuro!

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Parlando d’altro, ci sono anche degli insegnamenti fondamentali che ho stampato nel mio bel cervellino (bacato) in questo 2014. Magari pochi, ma buoni. Volendo riassumere…:

  1. La verità è che non gli piaci abbastanza
    Come riassume egregiamente il titolo di un interessante film che ho rivalutato a seguito delle mie esperienze, se a una persona non piaci, non piaci! Non ci sono scuse, non ci sono MA o SE o FORSE, quando a qualcuno va di vederti o di sentirti trova il modo di farlo. Sembra una cosa ovvia e da una parte sicuramente già lo sapevo (come lo sapevamo tutti), ma aggiungendo qualche nuova esperienza alla lista sono riuscita a raggiungere quel giusto livello di cinismo per aiutarmi ulteriormente a tenere i piedi per terra (e a farli tenere a chi mi sta intorno). Grazie, 2014, per questa perla di saggezza!
  2. Lascia correre
    Avete presente quando la gente pretende delle risposte da voi?
    Bene, non tutti le meritano.
    In che senso, vi chiedete?
    Nel senso che ognuno è libero di agire come vuole e le ragioni di certi comportamenti riguardano solo i diretti interessati. Il resto del mondo può anche pensare che siete folli o senza senso, ma tanto sprecare fiato dando spiegazioni a certa gente è solo un modo per alimentare pettegolezzi che altrimenti non avrebbero senso d’esistere. Se hai un problema con qualcuno al massimo parlane con quel qualcuno, che i “conoscenti” sono interessati solo a dar fiato alla bocca.
    E, diciamocelo, è inutile farsi rovinare la giornata da gente con il quoziente intelletivo di un moscerino.
  3. Screma l’inutile. Ma soprattutto, riconosci gli amici
    Ognuno ha un più o meno ampio range di conoscenti. Ma non sono amici. Ormai per me è diventato anche fastidioso definirli tale. Perchè i veri amici si riconoscono col tempo, ma è ben più facile riconoscere i falsi amici. Chi vi tratta male, chi si ricorda di voi solo per approfittare di qualcosa che potete offrirgli, chi sfoga su di voi la propria rabbia e si diverte a farvi sfigurare in pubblico NON E’ UN AMICO.
    E si sta molto meglio senza queste persone che con loro. Fidatevi. Se avete da fare con gente così tagliate i rapporti, chiudeteli, declassateli a “uno che vedo ogni tanto”, ma non continuate a credere che si parli di amicizia. Difetti ne abbiamo tutti, ma questo non autorizza gli altri a calpestarci.

Sarò riuscita a dire tutto quello che volevo? Quante altre milioni di cose mi sarò dimenticata di condividere con voi? Ma la condivisione non finisce di certo ora e di tempo per recuperare (spero) ne avrò in futuro. Intanto spero vi stiate godendo questa serata con le persone giuste, quelle che valgono, quelle che vi fanno sorridere e che vi faranno aprire le braccia a un nuovo luminoso anno. Sperando, come sempre, che sia un anno migliore per tutti.

Un abbraccio a tutti voi, lettori, soprattutto a quei pochi commentatori fissi che mi danno sempre la voglia di dire la mia. Grazie a tutti, buon inizio anno! 😉

Iya&Ceres

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